Negli ultimi mesi moltissime sono le città in cui si stanno svolgendo le manifestazioni contro il lasciapassare verde. Piazze la cui composizione è trasversale. Se l’assalto alla Cgil sembra proiettare su queste l’ombra di una egemonia fascista è importante ricordare che quello di Roma non è l’unico esempio che possiamo trovare. I resoconti di molte delle altre città in cui vi sono state queste manifestazioni parlano di piazze che trovano quale discorso comune una generale critica all’autoritarismo, alle decisioni politico-sanitarie del potere, al discorso egemone dei mass-media. La necessità di costruire momenti e luoghi di controinformazione e l’ostilità nei confronti dei giornali si è concretizzata nella tendenziale scelta delle sedi di questi come obiettivi primari dei cortei di questi mesi. Se certamente, come abbiamo potuto vedere anche nella piazza fiorentina del 15 ottobre, queste piazze manifestano discorsi spesso non affini, se non decisamente contrastanti, a quelli del mondo militante, sembrano aperte e curiose, passibili di contaminazioni positive.
Quali sono le prospettive di una lotta al lasciapassare verde? Quali possono essere le modalità per la costruzione di percorsi interni a questi? Come declinare il discorso anche su temi più propriamente di classe, sul carovita in aumento, o in generale su tematiche che ci siano più proprie? Il 28 ottobre alle 21 parleremo con alcune persone che hanno attraversato le piazze no green pass di Busto Arsizio e Milano.
Dalle 19 pizzata nel giardino dell'occupazione