Come molti atenei italiani, dove si sono costituite delle assemblee precarie della ricerca in risposta agli interventi del governo nei confronti dell'università, proponiamo un'assemblea aperta a tutte le persone che hanno un lavoro precario in università: martedì 26 novembre alle 18.00, nell'atrio dell'edificio D5 del polo di scienze sociali di Novoli.
La riforma del pre-ruolo moltiplica le forme contrattuali per il personale non strutturato introducendo quattro nuove figure, tutte a tempo determinato, per la maggior parte retribuite attraverso borse senza alcuna delle tutele associate al lavoro subordinato. In questo modo, la riforma renderebbe l'iter per la stabilizzazione ancora più lungo e frammentato, arrivando potenzialmente fino a 17 anni di precariato.
Si è poi deciso un taglio dei finanziamenti di oltre mezzo miliardo di euro, quando l'università italiana è già sottofinanziata e sotto organico e la spesa pubblica per l'istruzione terziaria (0,3% del PIL) è già nettamente inferiore alla media europea (0,6% in Spagna, 0,7% in Francia, 0,9% in Germania).
Così, ai finanziamenti statali si sostituiscono spesso quelli di donors che condizionano i programmi di ricerca orientandoli verso i propri interessi di mercato: in questo modo l'università pubblica si rivolge sempre più spesso al settore privato per coprire borse di dottorato e di ricerca.
La riforma Bernini del pre-ruolo si inserisce dunque in un simile contesto, dove chi fa ricerca si ritrova a dover fare l'imprenditor di se stess, cercandosi di volta in volta fondi e contratti che non garantiscono mai la stabilizzazione. Riteniamo inaccettabile assistere al racconto dell'università come luogo d'eccellenza quando, invece, le condizioni della ricerca sono messe sistematicamente in discussione.