FIRENZE È SOLO ANTIFASCISTA!
IL 25 APRILE TUTTI E TUTTE IN PIAZZA SANTO SPIRITO!
Come ogni anno all'avvicinarsi del 25 aprile stiamo vedendo come un po' ovunque salti fuori chi si riscopre antifascista. D'altra parte si sa, le elezioni sono vicine e non c'è niente di meglio dell'agitare lo spauracchio del fascismo per raccattare due voti in più...
Come Firenze antifascista siamo consapevoli del pericolo rappresentato dal fascismo, in particolare in questo momento storico in cui il partito erede del MSI è alla testa della maggioranza di governo. Allo stesso modo però riteniamo doveroso respingere con forza l'opportunismo di chi si riscopre antifascista solo per convenienza quando poi nei fatti sostiene le stesse identiche politiche di coloro cui dicono di opporsi.
Per il terzo anno consecutivo arriviamo al 25 aprile in un contesto dominato dalla guerra, una guerra che pur se combattuta geograficamente lontano ha un impatto pesante sulle nostre vite: il sostegno economico e militare del nostro governo a quello filonazista di Kiev, così come l'appoggio al genocidio perpetrato da Israele in Palestina, hanno determinato un aumento esponenziale della spesa militare, sempre più vicina a quel 2% del PIL chiesto dagli USA ai paesi NATO, provocando come diretta conseguenza tagli alla spesa sociale e privatizzazioni; in questa economia di guerra gli unici a guadagnarci qualcosa sono i padroni, che vedono i loro profitti crescere a dismisura mentre lavoratori e lavoratrici che finanziano la spesa pubblica con le loro tasse hanno sempre meno accesso a case, scuole, sanità.
La guerra, con le sue devastanti conseguenze anche sul piano sociale, per poter essere combattuta ha bisogno della pace sociale sul cosiddetto "fronte interno": è in questa logica che vanno lette le ulteriori strette repressive ad opera del governo Meloni, che come tutti i suoi predecessori fa uso dell'emergenza di turno per varare pacchetti sicurezza apparentemente finalizzati a risolvere situazioni specifiche, ma che hanno come minimo comun denominatore la repressione di tutto ciò che non è conforme al concetto di ordine imposto dal sistema, e che caratterizzandosi quindi come corpo estraneo potrebbe essere la scintilla di conflitto sociale...
Insieme ai pacchetti sicurezza, che colpiscono i militanti dopo i fatti, c'è poi la repressione preventiva, che punisce le persone non in base a reati commessi ma solo a causa di una presunta "pericolosità sociale". La logica dietro a questo impianto repressivo è all'origine della torsione autoritaria in atto negli ultimi anni e il passaggio sempre più netto da stato di diritto a stato di polizia, che si esprime su due fronti: da una parte c'è una sempre maggiore libertà per questori e prefetti di scavalcare le leggi dello stato borghese con strumenti ereditati dal codice Rocco di età fascista come fogli di via, avvisi orali, sorveglianza speciale, limitazioni della libertà di manifestare, e addirittura la richiesta dei sindacati di polizia di introdurre un Daspo per i manifestanti; dall'altra quella in cui lo Stato esercita il suo monopolio della violenza dando il via libera alle forze di polizia di manganellare i manifestanti nelle piazze, come successo in tutta Italia e anche a Firenze in occasione di manifestazioni di solidarietà con la Palestina.
Il 25 aprile per noi è una giornata in cui non solo ricordiamo la lotta dei partigiani che hanno liberato la nostra città ma ci attrezziamo per identificare e riconoscere i mille volti con cui il fascismo cerca di ritornare tra noi, e lo facciamo in una piazza costruita dal basso e autogestita, che non fa affidamento su nulla se non sulla forza dei e delle militanti che la animano.
Riteniamo che ci sia un grande numero di realtà militanti e autorganizzate che ogni giorno lavorano nei loro ambienti specifici, che siano le scuole, i posti di lavoro, i quartieri, per migliorare le condizioni di vita delle classi lavoratrici e per contrastare questo sistema che produce le condizioni perché il fascismo si ripresenti nelle sue diverse forme. Per questo motivo non possiamo fare a meno di considerare questo tipo di lavoro come vera e propria pratica antifascista anche quando viene declinato all'interno di rivendicazioni specifiche, e pensiamo che queste esperienze vadano valorizzate e messe in condizione di alimentarsi l'una con l'altra del proprio lavoro e della propria pratica.
Per questo invitiamo tutte quelle realtà politiche attive e presenti sul territorio fiorentino a fare propria e rilanciare la piazza del 25 aprile, anche con un appello pubblico, perché l'antifascismo è prima di tutto memoria attiva e cresce e si alimenta in dialettica con tutte quelle spinte a cambiare la società che si esprimono ogni giorno nei quartieri popolari, nelle scuole, nei posti di lavoro.
ORA E SEMPRE RESISTENZA!