Negli ultimi tempi, non sono mancate le occasioni di incontrarsi in modo diverso dal solito, per difendere i boschi e attaccare i cantieri che intendono distruggerli, come a Gallarate e a Bologna. Abbiamo sperimentato che un terreno più amico e una composizione variegata ci aiutano ad uscire dalle impasse e dai dispositivi che ci soffocano in città. Eppure spesso queste lotte restano isolate, e dunque deboli. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza sta riempiendo di opere mortifere ogni territorio, per ridisegnarlo e metterne a valore le specificità. Si tratta di un modo di governo che si esercita attraverso la transizione energetica, la digitalizzazione, l’uso dell'intelligenza artificiale, il turismo. Non possiamo allora continuare a leggere le singole lotte che si oppongono a questo mondo unico e ostile come lotte locali, ecologiste, parziali. Dobbiamo invece pensare in modo strategico, capirne la reale portata e organizzare il nostro agire nei modi più variegati, intensi e potenti che possiamo creare. Troviamoci per tracciare una linea che unisca le diverse esperienze, per rafforzare i legami e costruire una prospettiva comune.