Alcuni Comuni della Toscana Centrale si apprestano a deliberare sulla creazione di una Multiutility dei servizi pubblici di acqua, rifiuti ed energia con la dichiarata intenzione di giungere alla quotazione in Borsa della Multiutility.
In queste settimane stiamo toccando con mano cosa vuol dire subire gli aumenti dettati dalle speculazioni della Borsa (quella di Amsterdam) sul prezzo del gas. Tutti i rincari che ne sono derivati stanno mettendo in ginocchio famiglie e imprese e stanno creando impoverimento: non perché per ora manca il gas, ma perché alcune società si stanno arricchendo e stanno facendo utili milionari.
In base al progetto di costituzione della Multiutility, le spa che gestiscono attualmente i servizi pubblici primari - Alia, Acquatoscana e Consiag – saranno incorporate in Alia, passaggio indispensabile ai fini della successiva quotazione in Borsa.
Attraverso questa operazione i sindaci saranno espropriati dalla possibilità di garantire servizi pubblici efficienti ed a costi ragionevoli. Il Codice civile esclude gli azionisti dall’esercizio dei poteri di gestione ed amministrazione delle società: saranno i manager del consiglio di amministrazione a gestire servizi socialmente fondamentali e beni collettivi non riproducibili e limitati, come l’acqua, le materie prime secondarie (i rifiuti), l’energia.
I più danneggiati saranno i comuni medi e piccoli, che all’interno di questa holding finanziaria non avranno alcun potere, non potendo neppure accedere agli atti del Consiglio di Amministrazione.
La Multiutility ha come scopo prevalente la crescita degli utili: investimenti, costi, tariffe e impiantistica saranno sottratti al controllo delle comunità e delle amministrazioni che quelle comunità dovrebbero rappresentare e tutelare.
Gli utili saranno realizzati con l'aumento delle tariffe e delle bollette, come è successo per l'ingiustificato aumento dell'8% della TARI da parte di Alia e con gli aumenti continui delle tariffe del servizio idrico.
Affermare che la quotazione in Borsa serve ad accedere al credito per effettuare gli investimenti è un’invenzione: il ricorso all'indebitamento, come accade anche nelle altre Multiutility quotate, è a servizio dei dividendi e non degli investimenti; il sistema tariffario predisposto dall’autorità nazionale ARERA prevede che tutti i costi di investimento, sia per i rifiuti che per il servizio idrico, siano pagati in tariffa e quindi sempre a carico di cittadini, famiglie e imprese.
È necessario ricordare che la gestione del servizio idrico da parte della Multiutility contraddice e stravolge l’esito del referendum del 2011, quando una forte maggioranza dei cittadini si pronunciò a favore della gestione pubblica dell’acqua e contro il suo utilizzo a scopo di profitto.
Ci appelliamo ai consiglieri comunali dei comuni interessati per difendere i servizi pubblici e le risorse del territorio dal progetto Multiutility
NO ALLA MULTIUTILITY, SÌ ALLA GESTIONE PUBBLICA DEI SERVIZI.