Venerdì 20 ci incontriamo per continuare il ciclo di letture "Transfemminismo e lotta di classe", dove discuteremo i capitoli 6 e 7 del libro "Il pane e le rose. Femminismo e lotta di classe" di Andrea D'Atri. Ci troviamo sotto la bacheca de La Voce delle Lotte, nel chiostro della biblioteca.
Andrea D’Atri, una dirigente del PTS (Partido de los Trabajadores Socialistas, in Argentina), è una personalità del movimento internazionale femminista, ed è autrice, oltre che del libro che discuteremo, di molti articoli sul femminismo e sul socialismo.
Nel suo libro restituisce una visione conflittuale della condizione femminile: una «storia ribelle» che, attraverso un’attenta contro-analisi del passato, interpreta il presente e apre al movimento delle donne nuove prospettive di liberazione.
In particolare, il capitolo 6 ripercorre la genesi del femminismo della seconda ondata, sviluppatosi durante il boom economico, in un periodo di rinascita della lotta di classe. Il movimento rivendicava parità salariale e denunciava il doppio carico di lavoro destinato alle donne. Sono gli anni in cui nascono gli studi femministi, la pratica dei gruppi di autocoscienza, ma anche in cui si genera una prima spaccatura tra femministe liberali e socialiste. Permaneva tuttavia in entrambe le correnti la volontà di raggiungere l'eguaglianza tramite l'abolizione delle differenze gerarchiche tra i sessi, volontà che scompare con il femminismo della differenza, approfondito nel capitolo settimo.
Dalla metà degli anni '70, di fronte all'avanzata del neoliberalismo, il movimento femminista inizia a tendere verso l’istituzionalizzazione, abbandonando le sue aspirazioni radicali per integrarsi nel sistema democratico-borghese e distaccandosi dalle lotte di classe. In particolare, in America Latina il movimento femminista subisce un forte processo di accademizzazione e di strutturazione in ONG, che ne causarono frammentazione e cooptazione da parte del patriarcato. In questo contesto emerge prima il femminismo della differenza, che promuove la costruzione di una cultura femminile con valori propri, contrapposti a quelli patriarcali, e in seguito l'intersezione delle differenze e il multiculturalismo.
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