Per chi lavora la terra, così come per le generazioni che resistono nelle città e nelle metropoli, sono ormai sempre più evidenti le responsabilità ecologiche e sociali del sistema agroindustriale e della grande distribuzione organizzata: devastazione ambientale, danni alla salute e sfruttamento sul lavoro.Questo modello, che è una delle prime cause di surriscaldamento del pianeta ed avvelenamento delle risorse naturali, deve essere sostituito da sistemi agroecologici locali e dalle reti contadine, basate su economie circolari e solidali di piccola scala che creano benessere per il territorio, per gli/le abitanti e per chi lavora nel settore. Non è più accettabile che i giganti agroindustriali, favoriti dalle istituzioni, si arricchiscano a scapito della nostra salute mentre i mercati contadini e le realtà alternative di produzione e distribuzione del cibo vengono continuamente ostacolate.Vogliamo quindi che si apra un dialogo profondo e duraturo a partire dai seguenti punti:- riconoscere l’esistenza di comunità contadine diffuse e reti di produttori, organizzate su base comunitaria- garantire l’apertura dei mercati contadini locali e l’accesso gratuito al suolo pubblico per il loro svolgimento, in quanto espressione di un servizio alla comunità
- riconoscere formalmente il ruolo dei GAS e delle CSA come alternativa alla grande distribuzione - limitare fortemente l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti chimici in agricoltura e nella cura del verde pubblico- favorire lo sviluppo di forme di controllo comunitario sulla qualità e la sicurezza dei prodotti e degli alimenti, tramite il riconoscimento di pratiche quali la Garanzia Partecipata- Tutelare la salute ed i diritti dei lavoratori/lavoratrici della filiera agroalimentare
Sabato 5 Dicembre, alle ore 11.00 ritroviamoci sotto gli uffici della Regione Toscana. Porta il tuo cartello!
Il Cibo e la Salute non sono una merce,No all’agroindustria e alla Grande Distribuzione organizzata!Si all’agricoltura contadina!