OGGI IMPORTANTE PRESIDIO DAVANTI AL. COMUNE PER SCONGIURARE LA CHIUSURA DI TUTTE LE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO NELLE PROSSIME SETTIMANE
LE MOTIVAZIONI SONO NELLA LETTERA CHE ABBIAMO INVIATO A BIANCHI CON UN MAIL BOMBING
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OGGETTO: Basta colpire le scuole
indirizzi:
segreteria.ministro@istruzione.it
testo
28 febbraio 2021
Chiarissimo Ministro Patrizio Bianchi,
abbiamo già avuto occasione di interloquire nella tarda primavera scorsa, a proposito delle linee guida che la “task force” da lei diretta aveva prodotto perché fossero adottate dall’allora Ministra Azzolina in vista della riapertura delle scuole. Ora Priorità alla scuola, un movimento nazionale composto da genitori, docenti, student* e personale ATA si rivolge a Lei nella sua veste di Ministro. Le abbiamo già scritto nel momento in cui entrava in carica, lo rifacciamo alla luce di quanto emerso in questi ultimi giorni.
Dopo un anno di pandemia assistiamo a nuove chiusure delle scuole a macchia di leopardo nel Paese indipendentemente dal colore in cui si trova la regione, ignorando le sentenze dei TAR e soprattutto di quella fondamentale del TAR del LAZIO. I nuovi meccanismi per decidere le chiusure sembrano sganciarsi da ogni considerazione sulla scuola, rendendo semplicemente la scuola unico capro espiatorio per l'andamento dei contagi nella società nel suo complesso.
Tutto ciò accade mentre il piano vaccinale del Paese resta carente ed è gravissimo che in molte regioni si stenti a far partire la vaccinazione dei docenti e del personale scolastico e degli anziani, misure che garantirebbero le scuole in presenza e in continuità.
Da Lei ci aspettavamo la difesa dell’apertura delle scuole e invece registriamo solo parole di circostanza, o la difesa dell'equivalenza tra didattica a distanza e apertura della scuola (ciò che noi contestiamo da aprile, con ragioni che si sono rivelate fondate e sono state riconosciute da voci autorevoli di ogni settore dei saperi). Constatiamo il suo silenzio di fronte al nuovo sacrificio di alunni e alunne di tutte le età. Abbiamo sempre chiesto che le scuole fossero le ultime a chiudere, solo in caso di lockdown totale. Al contrario, un’altra volta, anche sotto il suo Ministero, le scuole sono le prime a chiudere, mentre tutte le attività produttive restano aperte.
Anche l’inversione di rotta del Comitato Tecnico-Scientifico in materia di scuole, sotto la pressione politica del nuovo Governo, ci lascia sgomenti e ci fa mettere in dubbio la scientificità delle sue decisioni perché sembrano dipendere unicamente da chi è a capo del Ministero dell’Istruzione e dal suo orientamento, non dalla libertà scientifica dei suoi componenti. D'altra parte, la già ricordata sentenza del TAR del Lazio ha messo in luce proprio le mancate motivazioni scientifiche e sanitarie fornite dal CTS per le chiusure delle scuole.
Di fronte a questo accanimento sul sistema scolastico, registriamo sbalorditi la volontà di mantenere le prove Invalsi in presenza per questo anno scolastico. Ci eravamo già rivolti a Lei invitandola invece a cogliere l'occasione fornita da due anni scolastici come quelli che abbiamo vissuto e stiamo vivendo per valutare l'eliminazione del sistema INVALSI. Per aggiungere paradosso a paradosso, arriva l'annuncio che queste prove si faranno in presenza.
Nonostante queste premesse, ci rivolgiamo comunque ancora a Lei per avere dei provvedimenti che consentano di portare a compimento questo anno scolastico, in presenza, e delle risposte a problemi che sono urgenti laddove le scuole sono già state chiuse. Ci aspettiamo che il suo Ministero ponga almeno delle condizioni per accettare questo nuovo passaggio alla didattica a distanza integrale di tutte le scuole: ci aspettiamo che pretenda il completamento della vaccinazione del personale scolastico nell'arco di tempo di chiusura della scuola in presenza, e che questo arco di tempo non superi le due settimane.
Ci aspettiamo che il suo Ministero si attivi con i colleghi di Governo perché sia garantita la scuola in presenza per i figli e le figlie di lavoratori e lavoratrici essenziali, e che in questa categoria faccia inserire tutti i docenti e tutte le docenti.
Infine, ci rivolgiamo comunque ancora a Lei guardando oltre questa emergenza e ai prossimi anni: per la tutela della scuola pubblica e il diritto all’istruzione nel loro complesso, perché siano ricollocati tra le priorità del Paese, che segna il più elevato tasso di dispersione scolastica in UE.
Noi crediamo che la scuola si cominci a riformare in primo luogo chiudendo l’epoca delle cosiddette “classi pollaio” mettendo un tetto massimo di 20 alunni per classe, cosa che innescherebbe un circolo virtuoso tale da incrementare la qualità della didattica e la sicurezza degli ambienti di lavoro e di studio, tale da ridurre l’abbandono scolastico, tale da aprire finalmente spazi di autentica inclusione tutte le diversità.
Classi meno numerose, accompagnate da un piano di assunzioni e di stabilizzazione del precariato, sono il primo strumento di riforma: ciò che garantirà una scuola in presenza, in sicurezza e in continuità; ciò che permetterà di mettere le tecnologie al servizio della didattica e non viceversa.
Priorità alla Scuola in questi mesi, come lei ben sa, ha protestato e manifestato. Continuerà a farlo anche sotto il suo Ministero, finché non troverà un ascolto e interlocutori che mostrino, al di là della retorica, di avere una autentica volontà di rafforza una scuola pubblica di alto profilo, laica, solidale, inclusiva e capace di dare una prospettiva di futuro a tutte le giovani e tutti i giovani che vivono in Italia.
Priorità alla scuola