Dalle 14.30
Banchini, controinformazione, interventi sul palco e al cippo di Potente, e contributi musicali di Menestrello e Sakatena & Tenore Fi (Romanticismo Periferico)
Dalle 17.00
Corteo per le strade del quartiere
Dalle 21.00
Concerto con Ivanoska e Luchaskalientes
CONTRO LA GUERRA DEL CAPITALE
“Non più guerra non più distruzione, solo forza che sa costruir”
IL 25 APRILE DI FIRENZE ANTIFASCISTA
Il 25 aprile saremo in Santo Spirito per rendere omaggio ai partigiani che entrarono in Oltrarno per liberare Firenze armi in pugno al grido di “Insorgiamo!”
Oggi viviamo in un contesto in cui uno scontro militare su larga scala, come fu in occasione della seconda guerra mondiale, torna nuovamente all’ordine del giorno.
La guerra é “un fatto” che la classe dominante ci scarica addosso indipendentemente dalle nostre scelte e dai nostri interessi.
Se la guerra genera morte, distruzione e disperazione, ciò non toglie che proprio in quel contesto possa generarsi una spinta all’emancipazione per la costruzione di una società che sappia superare la necessità della guerra e le sue logiche.
Questo é l’esempio che ci hanno lasciato i Partigiani che scelsero di disertare la guerra del capitale per muovere “guerra alla guerra”, perché finisse prima perché con la nascita di una nuova e più giusta società quella fosse l’ultima guerra.
L’Italia fu liberata dal nazifascismo ma quella società non venne e quella spinta al cambiamento venne tradita anche da molti dei dirigenti che fino a quel momento sembravano averla desiderata. Oggi lo vediamo ancora più chiaramente.
Se ancora non piovono bombe sulla nostra città, la guerra é già qua: una volta di più aumentano le spese militari a scapito di scuole, ospedali, sanità, trasporti e servizi essenziali, mentre il rincaro delle bollette, dei carburanti, di tutti i prezzi al consumo é un altro duro colpo ai nostri salari in calo da trent’anni.
Questo sistema si arma, produce le condizioni per la guerra per poi dichiararla emergenza e in nome di essa giustifica il peggioramento generale delle nostre condizioni di vita e rilancia un sempre più feroce sfruttamento dell’uomo sull’uomo, sulla donna e sull’ambiente.
La guerra é infatti anche una delle azioni maggiormente inquinanti e distruttive per il nostro pianeta. La crisi energetica che ne sta derivando sancisce la possibilità di ritorno ad un uso massiccio del carbone e il rilancio del nucleare e rischia di rimandare oltre il punto di non ritorno ogni dibattito sulla crisi climatica.
In Toscana, oltre a quello di Livorno, si sta già parlando di un ennesimo rigassificatore davanti alle coste di Piombino per “accogliere” il gas statunitense che dovrebbe sostituire quello russo e che non solo avrà costo maggiore in bolletta ma che evidentemente lo avrà anche in termini ambientali.
Uno Stato in guerra serra i ranghi, chiama all’arruolamento, all’unità nazionale e cerca di eliminare ogni elemento di dissenso entro i propri confini.
Se in Ucraina vengono messi fuori legge tutti i partiti politici dell’opposizione, in Francia invece la magistratura scioglie il Coordinamento antifascista di Lione, in Portogallo un neonazista si vede revocato l’obbligo di firma perché possa essere libero di andare a combattere nella Legione Straniera e in Italia gli antifascisti finiscono sotto processo e spesso condannati come a Firenze e a Genova.
A subire la repressione della Stato sono tutte quelle esperienze che rimangono su in terreno di incompatibilità nonostante la propaganda di guerra.
La guerra viene tradotta in scontro di civiltà dove i neonazisti vengono ormai presentati dalle tv e dai giornali nostrani come “combattenti per la libertà e la democrazia”.
La storia d’Italia ci aveva già dimostrato quali possano essere i legami tra Stato, basi NATO, CIA, servizi segreti e neofascisti nel quadro dei tentativi di colpo di stato e della strategia della tensione.
Mai però avevamo assistito ad un piano così smaccato di sdoganamento e esaltazione del nazifascismo.
Infine anche il piano umanitario condito in salsa suprematista viene piegato a questa logica al punto che i profughi della guerra in Ucraina hanno un trattamento privilegiato rispetto ai profughi di altre guerre perché come la propaganda vorrebbe spiegarci “sono proprio come noi, civilizzati, bianchi, biondi e cristiani”.
Noi antifascisti, nello scontro tra capitali ci schieriamo contro il Capitale, prima di tutto contro quello “di casa nostra”, dalla parte dei lavoratori e delle lavoratrici contro la disoccupazione, la strage sui posti di lavoro e il carovita.
Il nostro impegno dev’essere quello di sottolineare le responsabilità del governo Draghi nel soffiare sui venti di guerra e nell’armare i neonazisti.
Il nostro impegno deve essere quello di opporci alla possibilità della nascita di un Esercito Europeo rilanciato anche dal generale Figliuolo, lo stesso incaricato da Draghi nella gestione pandemica.
Il nostro impegno deve essere quello di denunciare la presenza delle decine di basi Usa e NATO, del disastro ambientale prodotto dalle esercitazioni militari, dei costi delle servitù militari che vengono pagate con soldi pubblici sottrarsi a settori con ben maggiore utilità sociale.
Il nostro impegno deve essere quello di impedire che la propaganda di guerra e interventista attecchisca tra i nostri.
Il nostro impegno deve essere quello di smascherare ogni operazione opportunista a partire dalle manifestazioni come quelle organizzate dal Sindaco Nardella in Santa Croce durante la quale é intervenuto un personaggio come Zelensky che glorifica il nazista Bandera come eroe nazionale, senza alcuna remora rispetto ai morti nella Casa dei Sindacati ad Odessa, come se le 14 mila vittime della guerra in Donbass non avessero responsabili e mandati.
Ci auguriamo che Nardella quest’anno abbia il buongusto di tacere sulla Resistenza perché non farebbe altro che infangare il nome di ogni partigiano o brigata uscisse dalla sua bocca.
Per il prossimo 25 aprile la Firenze Antifascista chiama in piazza tutti coloro che vogliono dire “basta!” e trasformare la loro indignazione in un futuro diverso e una prospettiva di pace, fratellanza e solidarietà.
PER QUESTO, PER ALTRO, PER TUTTO!