Rifatta la carena e riparate le vele, il vascello è pronto per il suo nono giro di boa. Ad attenderlo, l'equipaggio lo sa bene, un mare tutt'altro che calmo. Anche per chi non ha mai confuso il termine “diritti”, per loro definizione “concessi”, con quello di “libertà”, sempre e solo strappata e difesa, questo presente non può che apparire come un frentetico allontanarsi da qualsiasi idea di tutela collettiva. Tutti devono correre ad abbracciare sorridenti il vecchio, ma in qualche modo anche nuovo, dogma granitico: quello del dovere sopra tutto. Niente si può più fare (di ciò che rende una vita degna di essere vissuta), eppure si deve continuare a fare tutto (lavorare e consumare). Se non ci fosse da piangere, farebbe quasi sorridere l'acceso dibattito sul reddito di cittadinanza, utile soltanto a far credere che un welfare state esista ancora in questo paese e anzi sia in espansione, mentre non ne rimane che un ultimo spiraglio. Si può (pardon, si deve) guidare un muletto senza patente, senza contributi e senza copertura sanitaria, ma si può (pardon, si deve) farlo solo se si ha il green pass. Che, si sa, fa tanto bene alla nostra salute. Oppure ci si accorda con il capo dell'azienda e si fa giusto un tampone ogni tanto. Pagato da noi, ovviamente. E anche pagare fa tanto bene alla nostra salute, non si spiega sennò come mai non sia rimasto niente che non sia stato trasformato in merce, pure il nuovo suolo che rimarrà semi-pubblico sino a data da destinarsi (leggere: mai). In ognuna di queste infinite e note a tutti storie di storture quotidiane c'è una contraddizione che preme per uscire, subito soffocata dal nuovo partito dell'ordine, o meglio del dovere. Sinistroidi, sindacati, banchieri, presidi, tifosi della sedicesima dose e pure l'ortolano sotto casa che aspetta in gloria un nuovo lockdown per restare tappato in casa, tutti d'accordo che non sia il momento per porre dei dubbi, figuriamoci delle critiche. “Vietiamo le manifestazioni!” sembra oggi una frase normale, espressione anzi di buon senso. Come ci sono riusciti in così poco tempo? Sicuramente è un qualcosa su cui continuare a riflettere, ma ora la priorità è un'altra.
L'equipaggio, dicevamo, tutto questo lo sa, ma non è per questo che ha mantenuto la nave in perfetta efficienza, ma perchè sa anche altro. Sa che la corsa di cui sopra verso la parola dovere non ha alcun sorriso stampato sul volto. Sa che tanti ghigni fanno un brusio, che tanti mormorii fanno un vociare e che a certe urla di rabbia seguono azioni di rabbia. Perché non siamo certo gli unici ad avere un kraken incazzato nero sulla spalla. L'individuo atomizzato davanti al televisore con la pillola per dormire nel palmo, di solo pochi anni fa oggi non crede più di essere infelice per colpa propria. Certo in questo c'è ancora molto poco di politico, o meglio, c'è molto poco di quel politico che i compagni sognano, ma non trovano. Ma la sfida è più aperta che mai e non serve certo avere in mano il testo definitivo della nuova legge di bilancio per sapere cosa ci aspetta.
Esserci, provare, organizzare, ritentare, sopportare la bonaccia e le palle di cannone. Insieme a voi, che ogni volta ci dimostrate la vostra vicinanza e il vostro affetto (foss'anche quell'affetto che si prova per il cugino un po' scemo e scalmanato). Ci attende un mare agitato, non ci spaventa, anzi, festeggiamo. Vi aspettiamo.
_READING MICROFONO APERTO PORTA QUELLO CHE VUOI LEGGERE
_GARA DI TORTE
_ASTA DELLE OPERE REALIZZATA SUI SUPPORTI DURANTE INCHIOSTRI RIBELLI 2021
__concerti con:
LA PIENA (grosseto hc)
MORGANA (post punk fi)
SENTORE DEL MALIGNIO (emiglio robot rock)
DONALD MORTEM (sesto beach fast core)