Appello ai soggetti collettivi e ai cittadini per la partecipazione all'iniziativa del 16 dicembre a
Carrara: Apuane, emblema dell'attacco alla montagna
Ci rivolgiamo alle associazioni ambientaliste nazionali, ai comitati che difendono il territorio da opere inutili
ed invasive, ai movimenti ecologisti nazionali ed internazionali, alle popolazioni montane di tutta Italia che
resistono alla deriva distruttiva e speculativa in atto in questi territori.
Ai piedi delle Apuane si è recentemente costituita la Assemblea per l'accesso alla montagna, nella quale
sono attive diverse Sezioni CAI e numerose associazioni ambientaliste di carattere locale e nazionale.
L'Assemblea è nata sulla scia di uno specifico fatto. Athamanta, una delle realtà ecologiste del territorio,
organizza escursioni pubbliche di sensibilizzazione rispetto alle problematiche apuane. Ad aprile 2023 ha
scelto il Monte Altissimo, dove una multinazionale si è resa responsabile di devastazione su larga scala:
l’associazione ha ricevuto da quest'ultima ben due diffide allo svolgimento della escursione, che interessava
sentieri storici della rete presidiata dal CAI. L’uscita si è svolta comunque, ma è stata “accompagnata” dalla
presenza delle forze dell'ordine e del personale della società.
Questo evento ha avuto una significativa risonanza e ha posto in evidenza il contrasto insanabile tra
l'occupazione industriale della montagna e il suo accesso da parte degli escursionisti, oltre alla possibilità
dello sviluppo di economie sostenibili alternative. Lo stesso M. Altissimo è inoltre il luogo dove sta
avvenendo la sostanziale espropriazione degli usi civici ed ha già visto ad opera della stessa società, da
alcuni anni, la distruzione di un sentiero storico. Questo caso sulle Apuane non è il solo, si sono anzi
recentemente verificati diversi episodi analoghi.
A tutto ciò si accompagna l'insoddisfacente tutela ambientale e la dubbia legalità nella gestione
complessiva dell'escavazione sulle Apuane, che il Gruppo Regionale toscano del CAI ha esposto nel “Dossier
Apuane”. A fronte di questa situazione, le sezioni CAI e le associazioni ambientaliste attive nella Assemblea,
hanno indetto una iniziativa pubblica di sensibilizzazione e protesta.
La gravissima occupazione industriale delle Apuane purtroppo non è isolata e rappresenta l'immagine di
quanto accade e potrebbe ancor più accadere altrove, con particolare riferimento all'approvvigionamento
delle “risorse critiche” (per esempio l'ipotesi di porre in essere attività estrattive nel Parco del Beigua in
Liguria), alla proliferazione di impianti di risalita (persino dove è chiaro che l'innevamento è divenuto un
miraggio, come sull'Appennino pistoiese), alle follie speculative come quelle innescate dalle olimpiadi
invernali.
Il caso delle Alpi Apuane è quindi emblematico nel rappresentare come dall’estrazione si può sviluppare
l’aberrazione dell’estrattivismo, ovvero un sistema di governo del territorio in cui le aspettative del mondo
imprenditoriale piegano le esigenze sociali, ambientali ed economiche delle comunità che vivono il
territorio stesso. Un principio che, una volta affermato e reso sistemico, produce la privatizzazione dei
profitti in pochissime mani e la socializzazione dei costi sulla popolazione e sugli ecosistemi. Non a caso
Carrara è uno dei comuni più indebitati d'Italia, la provincia ha un tasso di disoccupazione assai elevato
rispetto alla media dell'Italia centrale, ma ospita società che fanno utili favolosi.
Per questo pensiamo che le Alpi Apuane ed in particolare la città di Carrara debbano essere il luogo per
aprire una riflessione importante, dentro e oltre il CAI, tra le associazioni impegnate su questi temi.
L’ iniziativa pubblica, che stiamo organizzando per il giorno 16 dicembre, ha una duplice modalità: un
convegno e una manifestazione:
- Il convegno, partendo dal caso apuano, aprirà la tematica dell'estrattivismo - inteso come paradigma da
contrastare ovunque – a cui contrapporre un diverso ed equilibrato modello sociale ed economico;
- la manifestazione avrà lo scopo di materializzare la compattezza delle realtà associative nel denunciare
la preoccupazione per ciò che possiamo ormai definire un vero e proprio assalto alla montagna.
L'auspicio è che possa essere un momento significativo per proseguire con maggiore efficacia ed incisività
questo importante impegno per la montagna e per le popolazioni montane.